Oggi parliamo di un classico, di un’esperienza di lettura
collettiva, di un esperimento di riscrittura in pillole e di un progetto
lungimirante. #Leucò.
Ancora una volta ritorna tra queste pagine Cesare Pavese (Vai a I mari del sud. Lavorare stanca),
non più per i suoi versi e non ancora per i suoi romanzi.
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Il classico
Dialoghi con Leucò è una raccolta
di ventisette dialoghi che hanno come protagonisti, figure più o meno note di numerosi
miti greci, scelti non tra i più frequentati. Un confronto dialettico, serrato,
su un ampio spettro di temi/problemi profondamente umani, che coinvolge coppie
di personaggi scelti fra ninfe, eroi, titani, forze primigenie della
natura, divinità antiche e moderne, violente e pacifiche, razionali e irrazionali.
Un’opera preziosa,
scritta tra il 1945 e il 1947, da cui Pavese si aspettava molto, ma che
lasciò i contemporanei perplessi e per lungo tempo silenziosi. Il mito greco,
considerato appannaggio dei filologi classici, degli accademici specializzati e
di un apparato di professori lontani dai circuiti editoriali moderni,
probabilmente era percepito come argomento elitario, desueto, vicino alla
retorica magniloquente delle ideologie totalitarie oppure ritenuto una manifestazione
di disimpegno e di fuga dalla realtà.
In realtà, i ventisette racconti di Pavese, tersi e algidi come gemme, ci mostrano quanto
l’universalità del mito non sia solo un’etichetta altisonante.
Occasione per
sondare temi che appartengono alle viscere della cultura di ogni tempo, i
Dialoghi con Leucò offrono un ritaglio dei miti classici, una finestra di
problematizzazione che mette a confronto punti di vista divergenti, interpretazioni opposte sui nodi esistenziali dell’uomo, classico o
moderno che sia: il tempo e l’eternità, l’amore, la morte, il sesso, il destino, il
rimpianto. La fragilità come cifra dell’essere umano.
La mia prima lettura dei Dialoghi
risale all’estate 2005.
Una lettura in punta di piedi, delicata,
lenta. Volevo spremere al testo quanto più senso ci fosse, imbastire intrecci
ad altre letture, seguire suggestioni classiche e non, sgranarlo e ricaricarlo
con qualunque contributo il mio (parziale e dilettantesco) punto di vista
potesse offrire.
In questo zelo, una mancanza. Gli
altri lettori con cui condividere l’esperienza.
L’esperienza di lettura e riscrittura collettiva
Ciò che mancava è arrivato anni dopo, per vie inconsuete. E
si chiama #Leucò. Un gioco realizzato su Twitter ad opera della @TwLetteratura,
comunità di lettori animata da Paolo Costa, Edoardo Montenegro, Iuri Moscardi, Pierluigi
Vaccaneo.
Cosa è #Leucò?
Sotto il noto hashtag si è sviluppata per più di tre mesi
(14 gennaio al 4 aprile 2013) un’intensa
esperienza di lettura collettiva che ha permesso a me e ad altri 300 appassionati
di rileggere i Dialoghi di Leucò, dedicando tre giorni a ciascun dialogo, e
provando, dapprima con un po’ di pudore, poi con più coraggio ed esuberanza, a
riscrivere, citare, variare, riassumere, interpretare, sminuzzare, strizzare le
parole di Pavese che più sentivamo “vicine”. Il tutto in 140 caratteri, come
imponeva la struttura del Social.
Pillole letterarie assortite. Gioco di analisi
e di sintesi. Ermeneutica 2.0. Bellissimo esperimento.
Per ogni dialogo è stato scelto un responsabile, chiamato (per
restare in tema!) Titano, che aveva come scopo promuovere quanto più possibile
la condivisione dei tweet e, alla fine, di selezionare i più significativi per
costruire un tweetbook, una sequenza di riscritture parcellari che, insieme,
ricomponevano una nuova storia, un nuovo dialogo, secondo l’ordine che al
curatore pareva più interessante.
I 27 tweetbook ufficiali, alla fine, hanno testimoniato l’intera
attività, creando fra i lettori/riscrittori un senso di appartenenza basato
sulla lettura comune, sulla devota dedizione al libro per tre mesi, sullo
sforzo di comprenderlo e di avvicinarlo alla propria realtà quotidiana e al
proprio bagaglio esperienziale, emotivo, immaginifico. Sensibilità di lettura
diverse si sono incontrate e mescolate. Dal basso, da una prospettiva popolare,
abbiamo agganciato un classico e ce ne siamo appropriati.
Ciò che ero abituata a fare in solitario, finalmente
diventava operazione comune, e perciò stimolante, potente, arricchente.
In una parola, è stata una lettura moltiplicata.
L’edizione aumentata.
Pochi mesi fa Palabanda edizioni ha ottenuto da Einaudi la
cessione dei diritti per la pubblicazione dei Dialoghi con #Leucò in formato e-book.
Nella nuova edizione, prefazione e introduzione spiegano le
ragioni del progetto, ne chiariscono l’intento di ricerca sul rapporto tra i
nuovi media e la letteratura, ma soprattutto sottolineano quanto positivo sia
stato il coinvolgimento di un pubblico ampio nella interpretazione del testo,
operazione tradizionalmente affidata alla critica specialistica e poi ufficialmente
divulgata dall’altrettanto tradizionale canale della scuola.
Come si legge nello stesso titolo, questa nuova edizione è definita
“aumentata” dal momento che alla fine di ogni singolo racconto, i curatori
propongono una selezione dei tweet di riscrittura che già facevano parte dei
tweetbook ufficiali.
Prima c’è il testo originale. Puro. Non interrotto da
commenti né gravato da note a piè pagina. Il testo deve restare protagonista
indiscusso della lettura, sempre.
Poi vengono i cinguettii. Le nostre schegge. Un assaggio di
quella tempesta di riscritture che fu #Leucò.
Voci molto diverse che hanno
trovato un’armonia tra loro e che vengono dal testo originale e al testo
ritornano dopo aver battuto strade proprie e personali. Perché la lettura è
sempre un’operazione circolare.
E qui sta il mio consiglio di oggi. Se non avete ancora
un’edizione dei Dialoghi approfittate di questo e-book. E anche se ne avete già
una, non perdete l’offerta. Sarà un’occasione per rileggere un’opera
straordinaria e confrontare la vostra lettura con la nostra. Per sentirsi parte
di una comunità che legge, interpreta, riflette, cosa non da poco.
Il progetto (anzi il
metodo)
La @TwLetteratura intanto è diventata un progetto, anzi un metodo
di lettura basato sulla riscrittura e sulla condivisione. Moltissimi sono i riconoscimenti
ottenuti e gli articoli che ne palano.
Se siete interessati e volete saperne di più, questo è il
sito ufficiale: www.twletteratura.org
Nel corso dei mesi ci sono state altre iniziative sul
modello di #Leucò: per esempio, a me è piaciuta moltissimo #invisibili,
dedicata a Le città invisibili di Calvino, dove riscrittura e immagini spesso
hanno arricchito di colori e disegni bizzarri lo già smisurato immaginario
legato all’opera e all’autore; interessante anche #TwSposi che ha coinvolto
molte scuole e appassionato centinaia di alunni nella riscrittura de I promessi
sposi; #Lussu ha recuperato un classico quasi dimenticato: Un anno sull’altipiano
di Emilio Lussu; #TwPrimi infine, proprio in questi giorni, propone la riscrittura
di un romanzo recentissimo: La solitudine dei numeri primi di Paolo giordano. Perciò se volete
partecipare, siete ancora in tempo
In occasione di #invisibili è stata persino organizzata una
mostra che raccoglieva le illustrazioni nate ad opera di alcuni lettori “eccellenti”,
come Alessandro Armando che è l’autore della copertina dell’e-book che vi sto
presentando.
La @TwLetteratura è un metodo che esalta la creatività e dimostra
(ma noi lettori lo sappiamo già da tempo!) che la lettura non è affatto un’operazione
passiva, perché il lettore crea al pari dell’autore, plasma, si arricchisce e
arricchisce il mondo di senso – e, ne siamo
convinti!, anche di buon senso!
@russoprof lo stupore delle divinità per l'eterno surclassa l'invidia dei mortali per l'eterno. Perché è col tempo che nascono i racconti. #Leucò/24 |
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