Autore: Marco Giannino
Titolo: Puzzle
Genere: Silloge poetica
Editore: CoreBook
Anno di pubblicazione: Luglio 2014
Costo: 2,99 euro
Formato: e-book ( PDF e EPUB)
Codice ISBN:978 88 99085 032
Eccomi oggi con una novità InVersi, per dirla con le parole
di questo Blog.
Vi presento Puzzle, una raccolta di poesie offertami dal suo
giovanissimo autore, Marco Giannino, classe 1992, studente, alla sua prima
esperienza di pubblicazione.
Il libro comprende 35 componimenti di lunghezza variabile che
toccano molti temi: il tempo, la solitudine, l’amore, il mondo e il suo
disordine. Su tutto, l’inquietudine - che è cifra della giovinezza ed emerge
soprattutto in quelle poesie, le mie preferite, dove più forte s’impone l’IO: “Sono
un’instabile atrofia” “Ti giri, rompi vetri e vasi. Vorresti ribaltare anche te
stesso” “E io piango e scavo le parole. Mie cicatrici”.
Il lessico è semplice, lontano da eccessi di retorica; nella
versificazione, libera senza rime, si intuisce attenzione al ritmo e alle pause.
E così, dalla lettura, si ricava una sensazione ariosa.
Questi versi esprimono una grande voglia di comunicare e di
raccontarsi.
Come in un puzzle che si rispetti, in questa silloge, c’è un
disegno di fondo (l’ordine che l’autore ha scelto) e c’è il caos del
rimescolamento (la tentazione, propria del lettore, di pescare componimenti a
caso). Su queste due istanze - l’ordine e il disordine – sembra viaggiare la
sensibilità dell’autore.
Il titolo riprende il componimento di chiusura, che è anche
un esperimento di meta-poesia e ci illumina sulla genesi della raccolta e su
come bisognerebbe leggerla: due voci si rincorrono, in contrappunto, nel
tentativo di fermare sulla carta la poesia perfetta e di trovare un senso tra i
versi, magari smontandoli e rimontandoli in ordine nuovo. È un invito al
lettore che deve, a suo modo, collaborare, navigare tra le pagine modificando,
se crede, la direzione indicata dal timoniere.
E se il senso continua sfuggire,
dice Giannino, allora meglio vivere, tenersi i giorni vissuti e l’esperienza.
Temi che ho rintracciato e che potrebbero incuriosirvi:
- il tempo: l’urgenza del presente è una giostra di sensazioni (immagine che ritorna più volte). Non c’è posto per il passato in questa raccolta, il tempo si misura nell’istante da non perdere perché la “ragazza morte” danza e festeggia tutt’intorno (come si legge in Uomini, una sorta di danza macabra sul modello di quelle del Trencento).
- la solitudine: l’io poetico la ricerca più volte, come un rifugio “Lasciatemi solo, ho bisogno di un corpo terso/E foglie pudiche per nascondermi”, a volte però si rende conto che essa può avere anche un volto più duro e diventa senza mezzi termini: “solitudine d’angoscia”
- l’amore: in alcune poesie emerge una donna, soprattutto gli occhi, il suo sguardo “nel giro di una sigaretta/ Mi piace immaginarti dall’altro capo del fumo”, la sensualità e la purezza: “Ma aspettami ti prego/ E giuro che i tuoi occhi celesti riceveranno un giglio in dono”. Non si individuano le fasi esatte di una storia d’amore, anche qui domina la logica del mosaico e del disordine. E corrispondenza e rifiuto, rabbia e dolcezza si mescolano.
- il mondo: il mondo esterno è guardato a distanza: è un teatro di guerra, una gabbia di matti da cui l’autore sembra autoescludersi. Salvo, poi, riscattare i buoni esempi, uomini che al di là delle ipocrisie sanno amare, amarsi, offrire amore e riscatto dalle ingiustizie.
- la poesia: la ricerca di un linguaggio, di un verso, di un ritmo diventano essi stessi oggetto poetico. E ci aiutano a capire meglio il lavoro di scrittura dell’autore, ci sintonizzano sulle sue corde.
Consiglio questa raccolta poetica ai miei lettori più
giovani, che fra queste pagine potrebbero trovare uno specchio alle loro emozioni,
alla rabbia, al desiderio, al bisogno di libertà, di solitudine. A pensarci
bene, la consiglio anche ai miei lettori più âgée, perché in questi tre giorni di poetica immersione ho potuto
riassaporare la vitalità dei vent’anni.
E, vi dirò, mi sono mancati!
Bella recensione! Ho conosciuto questo ragazzo alla fiera del levante a Bari. Era un tipo particolare, un po' sopra le righe.
RispondiEliminaGrazie. Non conosco di persona Marco Giannino, ma gli auguro di continuare a scrivere e di trovare tanti lettori. L'originalità è preziosa, va coltivata ma soprattutto vissuta.
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