mercoledì 24 settembre 2014

Vanitas semi-seria di una lettrice impertinente

Buon pomeriggio, carissimi!
Lo confesso, ho sempre avuto una passione un po' macabra per la rappresentazione della Vanitas, un soggetto artistico che trovo grottesco più che lugubre, così di cattivo gusto da strapparmi il sorriso, soprattutto se al mio fianco c'è qualcuno che non capisce, non apprezza, si spaventa.
E lo so che anche molti di voi non approveranno, che sarebbe bello presentare sempre i propri libri in acquarelli di foglie fiori fronde e uccelli, fra gattini, candele e batuffoli, ma oggi non mi va di fare la graziosa, perciò vi beccate una Vanitas semi-seria di lettrice impertinente. Una Vanitas infeltrita e vespertina per mostrarvi i miei ultimi acquisti, le mie prossime letture.
Vanitas semiseria di lettrice impertinente. Ultimi acquisti e prossime letture.
Nell'iconografia tradizionale della Vanitas, il topos del tempo che fugge non è un invito mondano e spensierato a cogliere l'attimo (o la rosa, per i più maliziosi...), ma un querulo MEMENTO, ossia un imperativo da jettatori patentati, al punto che ricorrere a gesti scaramantici, ancorché poco urbani, sembra d'uopo: quindi fatelo pure, non vi vedo!
La Vanitas si presenta come la rappresentazione di un'accozzaglia di oggetti destinati - diciamolo con elegante perifrasi - "a passare": specchi, clessidre, fiori che stanno per appassire, mele con segni quasi impercettibili di marcescenza, strumenti musicali, fogli sparsi e il teschio, oggetto tra gli oggetti, beffardo col suo ghigno, suo malgrado.
Perché, se è vero che sic transit gloria mundi, io me ne sono sempre fatta una ragione: sono caduche le nostre passioni, la nostra fama terrena, la gloria che cerchiamo. Vane le nostre vanità, appunto, Blog compreso, con buona pace dell'Infeltrita che ogni tanto gioca sporco di narcisismo e vi ammorba con un po' di spam. 
Adriaen Van Utrecht, Vanitas 1642
















Bando alle ciance, ancorché artistiche!
Vi presento i romanzi secondo l'ordine di lettura che mi sono data.

Il desiderio di essere come tutti di Francesco Piccolo, vincitore del Premio Strega 2014, editore Einaudi. Romanzo autobiografico che racconta degli ultimi cinquant'anni di storia, dell'adesione emotiva e non razionale al partito comunista da parte dell'autore, delle tappe che hanno portato la sinistra italiana a una crisi identitaria, dell'intreccio tra dimensione pubblica e privata nell'era berlusconiana. Le ragioni dell'acquisto stanno nella volontà di sentirmi raccontare una storia che, in parte, anch'io ho vissuto, che tante altre volte ho già sentito raccontare, ma da altri testimoni, da altri punti di vista. Confesso di aver indugiato a lungo prima di decidermi a comprarlo, per via di quel desiderio di fuga dalla realtà che sempre mi aspetto dalla letteratura e che mi rende pigra di fronte alle biografie e alle autobiografie.

L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi
anni di pellegrinaggio di Murakami Haruki, editore Einanudi. Ho già letto diverse recensioni e quasi tutte riferiscono delusione. Molti fan di Murakami manifestano un umore piuttosto tiepido verso romanzo. Nessun fuoco d'artificio come per l'uscita di 1Q84. I temi trattati sono i soliti a cui il Nostro ci ha abituato, temi che hanno perduto, col tempo, un po' di freschezza: la solitudine, il rifiuto, l'inspiegabile, una cornice blandamente surreale. Ho comprato il libro perché voglio farmene un'idea mia e perché, in fondo, non sono ancora del tutto stanca di questo autore, capace di strapparmi al reale e di scaraventarmi, in malo modo, in universi impensabili e bislacchi. E poi trovo il titolo accattivante. 


Il cardellino di Donna Tratt, editore Rizzoli. Questo è il mio reading-challange 2014. Novecento pagine da ultimare entro la fine dell'anno, da leggere contemporaneamente ad altri libri (quelli, per intenderci, che posso infilare in borsa e portare in giro senza rischiare lussazioni). Novecento pagine che, alla fine, dovrò INFELTRIRE in 900 parole. Che cosa ne pensate? Si può considerare una bella sfida? Anche in questo caso, ho letto già diverse recensioni: le prime piuttosto negative, le più recenti del tutto positive. Ho notato, infatti, che si recensisce secondo impressioni di massa: adesso è in voga la rivalutazione dell'opera che, invece, al momento della sua uscita aveva suscitato riprovazione e diffidenza, soprattutto a causa della misura extra-large di cui, noi lettori 2.0, non siamo più estimatori. 


My wife, la moglie di tutti.
Una storia vera di Sis Lav, editore MODU MODU. Ultimo cimelio dell'estate appena trascorsa, acquisto fatto in spiaggia da un venditore ambulante molto simpatico. Sto tardando a leggerlo, benché sia breve, perché il suo incipit non mi ha entusiasmato. Ho deciso, quindi, di tenerlo come riserva per i giorni in cui la mia cartella da lavoro sarà particolarmente pesante e dovrò mettere in campo strategie per risparmiare sui chilogrammi, senza compromettere il bisogno fisiologico di leggere durante i gli spostamenti da una città all'altra.  




I libri nuovi mi mettono addosso l'argento vivo. La carica di entusiasmo e di impazienza che manifesto maneggiandoli, annusandoli, guardandoli, sfogliandoli, fotografandoli, impilandoli in modo che possa abbracciarli con un solo colpo d'occhio, mi fa tornare la bambina che contempla i regali di Natale e gode della loro abbondanza senza chiedersi se saranno belli o brutti, se deluderanno le aspettative o saranno fonte di stupore. I libri nuovi sono un regalo che mi faccio, con generosità, e che, intimamente, sento di meritare....

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