mercoledì 13 agosto 2014

Sondaggio #2: vota la più SCOLASTICA. Analisi dei risultati.

Nel mezzo del cammin di nostra estate il Secondo Sondaggio de la Infeltrita era conchiuso. E il padre Dante non delude, a capo risulta d'ogni scolastica menzione, dopo aver lungamente conteso l'onore al lirico Leopardi e alla sua donzelletta armata di rose e viole, con buona pace del Pascoli- pignolo - che annotava l'incongruenza di quel mazzolin che univa "viole di marzo e rose di maggio". Ma si rassegni il Pascoli, ché in cotesta tenzone ottiene solo un par di voti e la cavallina-cavallina storna, col suo nitrir fiero, non giunge neppure al podio della corsa...

Incipit Divina Commedia  8
Tanto gentile e tanto onesta… 2
Solo e pensoso 0
Incipit Bucolica II 1
Incipit Promessi Sposi 0
Incipit Pianto Antico 2
Incipit Sabato del Villaggio 5
O cavallina cavallina storna 2
Piove dalle nuvole sparse.. 1
M'illumino d'immenso 3
Incipit Rosso Malpelo 0
Incipit Il fu Mattia Pascal 3
Incipit Meriggiare pallido e assorto 0

Commentiamo i risultati, ma procediamo con ordine. 
Per prima cosa ringrazio il gruppo ROBA DA INSEGNANTI (https://www.facebook.com/groups/robadainsegnanti/permalink/819309864754319/?comment_id=819602621391710&offset=0&total_comments=10) e, in particolare, GIALLO ROSSO BLU che ha partecipato con suggerimenti, commenti e tanta simpatia al sondaggio, arricchendo di parodie interessanti l'elenco degli item da votare ("Tanto gentile e tant'onesta pare la donna mia quand'ella altrui saluta che, a vederla così bene vestuta, 15 lire le si posson dare") 
Avevo proposto tredici citazioni monche, per lo più incipit molto noti, propri della tradizione scolastica più trita, chiedendo ai lettori quale fra tutti fosse maggiormente legato al ricordo della loro infanzia o adolescenza, di un maestro o di un professore in particolare, ai tempi in cui i versi più celebri si mandavano a memoria enfatizzandone il ritmo cantilenante, sia per rivelarne meglio la loro cantabilità, sia per ricordarli più facilmente. 
Fin dall'inizio, nell'elenco, sono emerse assenze pesanti. Il Foscolo dei sonetti, per esempio. O anche quello più austero del Carme de I Sepolcri. Tutti con incipit potenti, bene impressi nella memoria collettiva. 
Altre volte, la lirica riportata di un autore non era esattamente quella "del cuore". Limitarsi al Sabato del Villaggio per Leopardi è stato difficile, per me, ma necessario, poiché non volevo togliere spazio ad altri illustri sovraccaricando il sondaggio con un eccesso di opzioni. 
In assoluto, L'infinito di Leopardi è mancato almeno a un paio di lettori - e anche alla sottoscritta! Incipit memorabile quanto e più degli altri suoi componimenti, explicit altrettanto potente. 
Qualche lettore, infine, dichiarava la sua preferenza per le Operette Morali, benché difficili da ridurre a breve citazione. Insomma, per soddisfare tutti avrebbe dovuto concorrere l'opera omnia di Leopardi! E comunque Leopardi raggiunge un buon secondo posto, in questa competizione memoriale, dopo aver affrontato un lungo testa a testa con il primo classificato.
Tra il Carucci malinconico de Il pianto antico, alcuni lettori del gruppo "Roba da insegnanti" avrebbero preferito San Martino. E sì che "la nebbia agli irti colli" è tappa obbligatoria di tutti i bambini d'Italia intorno all' 11 Novembre. Con buona pace del solito Pascoli e della sua estate di San Martino, con chiusa un po' tetra....
Un errore vistoso in terra Manzoni è stato sacrificare l'EI FU con QUEL RAMO DEL LAGO DI COMO. Il sondaggio mostra chiaramente che restiamo maggiormente legati ai versi, che la prosa (e la poesia molto vicina alla prosa, si pensi a Montale!) si dimentica, forse la si apprezza con occhio critico, adulto, e la si libera facilmente - purtroppo o per fortuna! - dalla tradizione scolastica, salvandola dalla parodia goliardica e forse da quella "patina grigiastra" che la scuola imporrebbe a certe opere nate grandi e potenti, somministrate agli studenti d'ogni epoca, a viva forza. 
Sì, però proprio laddove lo studente ha sbadigliato più forte o dove ha giocato col grande classico partorendo irriverenti variazioni -  "Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro, prese la bicicletta e se n'annò a fa' 'n giro. Dall'Alpi alle piramidi, dar Manzanare al Reno,  coreva come un fulmine: glie s'era rotto er freno."- scatta la memoria del cuore, quella punta di nostalgia che riscatta la scuola da ogni polemica facile, se non altro perché riporta ciascuno di noi a quelli che, belli o brutti, facili o difficili, sono stati gli anni della gioventù.
Pensavo di aver rischiato inserendo dei versi in latino, in particolare l'incipit della Seconda Bucolica, utilizzata ai miei tempi per apprendere il ritmo cadenzato dell'esametro, prima ancora che per la sua indiscutibile bellezza. In realtà, "Tytire tu patulae" ha ottenuto un voto e, in più, una lettrice rievocava, come particolarmente caro, l'incipit del XII libro dell'Eneide, dimostrando che le strade della memoria scolastica sono tante e complessa è la panoramica che si offre a noi ex studenti col magone. E c'è posto anche per Virgilio, per fortuna.


La vittoria di Dante forse era prevedibile. Dante è Padre, al di là di qualunque tradizione scolastica. E lo riconosciamo indiscutibilmente. Non lo stesso possiamo dire di Petrarca. In barba al petrarchismo di ogni tempo, il suo Canzoniere qui non riscuote consenso. O meglio, non riscuote consenso il sonetto scelto. Forse sarebbe stato meglio citare "Chiare e fresche e dolci acque", forse no, chissà.


Interessante invece è il dato che assegna zero voti al "Meriggiare pallido e assorto" montaliano. Ricordiamo infatti che proprio Montale fu il vincitore del precedente sondaggio (Vai al sondaggio). Incongruenza apparente, credo.
Se la poesia novecentesca interseca la sensibilità dell'uomo moderno, essa di fatto fatica a entrare da protagonista nella tradizione scolastica. Troppo difficile, anti-musicale, poco adatta ad essere mandata a memoria, schiacciata dai programmi ministeriali negli ultimi mesi dell'ultimo anno delle scuole superiori. 
E tuttavia, lentamente, muteranno i canoni e le abitudini di scuola, ne siamo convinti. Forse, fra trent'anni, le nostalgie degli studenti si appunteranno su altri versi. Ci sarà spazio per Montale, per Saba e forse - ma sarà dura! - per Zanzotto.

Nessun commento:

Posta un commento